Usiamo Toni anche per le burle...

06.10.2013 21:59

Falso produttore denunciato dalla costumista. Il film, intitolato 'Non si può fermare il vento con le mani', sarebbe stato scritto, diretto e prodotto da Luigi Dompè, fratello di Sergio, presidente della Dompè Farmaeutici spa. Tra il cast attori di prestigio: Jeremy Irons e Toni Servillo avrebbero dovuto figurare tra gli interpreti e un contributo di rilievo lo avrebbero dato figure importanti come Vittorio Storaro per le luci, Giovanni Allevi per la musica e Virginia Vianello per la scenografia. Peccato che nulla di tutto questo fosse vero.

Tutto nasce dalla denuncia presentata da Nicoletta Ercole, apprezzata costumista nel mondo del cinema e dello spettacolo (ha lavorato, fra gli altri, con i Vanzina, Pieraccioni, Tornatore, Muccino). Lei racconta di essere stata contattata lo scorso agosto da due organizzatori e produttori cinematografici. I due le parlano del film, le fanno leggere il copione e le illustrano il cast di attori e collaboratori. Lei accetta l'incarico e a fine agosto c'è l'incontro, in un ufficio sulla Nomentana, con il dottor Luigi Dompè: sono presenti venti persone, tutta la troupe, l'aiutoregista, più una ragazza che viene presentata dallo stesso produttore come la giovane protagonista del film. La pellicola sarebbe stata prodotta dalla Dompè Production srl, ma gli intoppi non tardano ad arrivare. Dopo pochi giorni, Dompè avverte la costumista che Servillo non farà più parte del cast. 

Lo stesso Dompè chiede e ottiene di incontrare anche l'attrice Valentina Cervi, amica della costumista, per affidarle un ruolo nel film. I dubbi iniziano a comparire quando uno dei fornitori abituali comunica che i dati della società produttrice e la partita iva erano inesistenti. La questione si trasforma in farsa con il falso arrivo a Roma di Jeremy Irons. La Ercole, che si era già attivata organizzando la prova costumi in un prestigioso hotel della capitale, viene a sapere da Dompè che l'attore inglese l'avrebbe

 

 incontrata solo il giorno dopo preferendo, invece, farsi un giro per Roma. 

A quel punto, tramite Valentina Cervi che ha lo stesso agente inglese di Irons, la costumista apprende che l'attore non si era mai mosso dall'Inghilterra e che non sapeva nulla del film. Ma soprattutto scopre che Luigi Dompè era tutto tranne che un produttore cinematografico: in realtà non sarebbe altro che Gino Falcone, un romano di 48 anni. Spetterà ora alla procura chiarire la vicenda.